Stanno emergendo rapporti che indicano chi sia il presunto autore del furto in uno dei più grandi Exchange italiani di Nano (XRB) BitGrail che ha chiuso per fallimento dopo una perdita di milioni di dollari della criptovaluta Nano.
Aggiornamento dicembre 2020.
Il sito web ufficiale della società BitGrail ora mostra solo l’avviso che informa gli utenti della situazione e della sospensione indefinita delle attività di trading con la data dell’audizione in corte fallimentare a Firenze.
Si tratta di un furto di ben 17 milioni di criptovalute Nano, ovvero di circa 120 milioni di dollari.
Questi purtroppo sono stati rubati e perduti per sempre e tutti gli investitori non possono richiedere il rimborso alla borsa BitGrail italiana che ha ora dichiarato fallimento.
Ma ci sono clamorose novità.
BitGrail italia: Un altro Crypto Exchange, un altro Hack truffa?
Fino a poco tempo fa non era chiaro chi fosse in possesso del Nano mancante.
Mentre Francesco Firano, il proprietario dell’exchange BitGrail, aveva dichiarato che la valuta è stata persa a causa di un attacco a BitGrail, altri ipotizzano che la perdita fosse avvenuta a causa dell’incompetenza delle persone che gestiscono la borsa Exchange italiana, compreso il proprietario stesso.
Alcuni blog dicono che in passato i trader clienti avessero ricevuto più denaro di quanto avrebbero dovuto ricevere.
Un post sul blog rilasciato dal team di sviluppo di Nano includeva un collegamento a una conversazione e-mail che si è svolta tra loro e il proprietario di BitGrail, Firano.
Secondo la trascrizione, Firano aveva ammesso di aver scoperto la perdita dell’XRB dal portafoglio della società.
Dopodiché, ha suggerito al team di forzare una modifica sul registro per far sì che le transazioni fraudolente non si siano mai verificate.
Il team di sviluppo aveva rifiutato immediatamente l’idea, ovviamente.
Dato che BitGrail era un’entità di proprietà privata, senza alcuna affiliazione con la valuta Nano o il marchio stesso, il team di sviluppo aveva annunciato che non avrebbe rilasciato un fork della criptovaluta per correggere gli errori, per quanto importanti.
Questa è una considerazione importante in quanto la perdita riportata da BitGrail coinvolge più del dieci percento della fornitura totale di Nano.
Il 21 dicembre 2020 La Repubblica sezione locale di Firenze dichiara che pare sia stato individuato l’autore del clamoroso furto.
La notizia dice che secondo la Polizia Postal l’autore del più grande attacco cyber-finanziario in Italia, pare essere un fiorentino di 34 anni.
Si parla di oltre 230 mila risparmiatori truffati.
Tale fiorentino è accusato di frode informatica, auto-riciclaggio e bancarotta fraudolenta.
Approfondimento:
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La squadra di sviluppo di Nano sospetta un clamoroso errore di BitGrail
Ad un certo punto, BitGrail e il suo concorrente Mercatox erano le uniche due società a permettere la negoziazione del Nano XRB in altre criptovalute.
Tuttavia, data la stragrande popolarità della valuta digitale, principalmente per la sua caratteristica senza commissioni, gli Exchange di criptovaluta più grandi hanno anche considerato di aggiungere la valuta alla loro piattaforma di trading.
Inoltre, secondo la dichiarazione del team di sviluppo Nano afferma che il proprietario di BitGrail, Francesco Firano, stava ingannando il Nano Core Team.
Infine, il Nano Core Team ha dichiarato che stanno raccogliendo tutti i dati disponibili relativi alla situazione, tra cui “blockchain entries, screenshots e chat logs”.
Attendiamo cosa dirà la magistratura in proposito.
Approfondimento: Ecco il link alla discussione su Medium tra il propretario di BitGrail e il team di sviluppatori >>
Il prezzo e la quotazione di Nano XRB subisce un forte contraccolpo
Poco dopo l’uscita del post sul blog del Nano Core Team il 10 febbraio 2018, il prezzo della criptovaluta NANO XRB (ex RaiBlocks) era sceso di oltre il 6% a circa 10 dollari.
Solo un mese prima dell’incidente, il prezzo di XRB era scambiato a prezzi superiori a 30 dollari.
Il crollo che ha portato l’intera capitalizzazione del mercato della criptovaluta a livelli inferiori a 300 miliardi di dollari ha anche causato un forte ribasso del prezzo di XRB.
Ora il NANO vale meno di 1 euro.
XRB-BTC cambio quotazione in tempo reale
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BitGrail è ufficialmente fallito: sentenza e dettagli
Bitgrail ha provato a riprendere le operazioni a Maggio 2018 proponendo di restituire i le criptovalute rubate attraverso un piano che comportava la creazione di una criptovaluta chiamata “Bitgrail Shares”.
L’accordo di Firano, CEO dell’exchange Bitgrail, prevedeva l’esplicita rinuncia alla restituzione dell’80% dei NANO rubati e la restituzione con un piano di compravendita mensile da parte di BitGrail delle BitGrail Shares a un tasso di cambio prefissato con pagamento in BTC.
Ma il fallimento è arrivato come un fulmine a ciel sereno.
È stato sancito da una doppia sentenza del Tribunale di Firenze.
Qui sotto ti alleghiamo un pezzo della sentenza di fallimento di Bitgrail italiano.
La sentenza è pesante per tutto il comparto delle criptovalute italiano.
Si legge nella sentenza, che “le falle del software, prima negate dagli sviluppatori, sono state poi riconosciute dagli stessi“.
Il bug ha permesso di eseguire prelievi multipli senza che Bitgrail se ne accorgesse.
Le richieste di prelievo da parte degli utenti venivano rigirate direttamente al nodo Nano senza nessun controllo.
Il bug era nel software che governava l’exchange Bitgrail e non nella rete Nano che consentiva prelievi multipli.
Per di più l’exchange fallita conservava tutte le criptovalute in un hot wallet a bassa sicurezza.
I profitti della società ricostruiti dalla magistratura nel periodo che va dal 1 Novembre 2017 al 31 Gennaio 2018 ammontano a circa 2 milioni di euro.
La società, ormai fallita, ha, a causa del furto dei NANO ha un debito di 500 mila euro, si legge nella sentenza.
Sono stati sequestrati circa 2340 bitcoin e 4 milioni di Ripple con un controvalore di circa 30 milioni di euro in totale.
Sono già stati nominati due curatori fallimentari che dovranno rimborsare tutti i clienti e fornitori.
Pare che le autorità abbiano già confiscato oltre un milione di dollari al CEO Firano.
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