In questa guida parleremo di un argomento di notevole interesse soprattutto per chi ha già cominciato a fare i primi passi nei mercati finanziari o lo sta per fare: discuteremo di cosa sono le trading online tasse, di come calcolarle e di come pagarle.
Quando si parla delle piattaforme di trading online, di Forex e di Borsa in generale si cerca molto spesso di focalizzarsi solo sui profitti e su come guadagnare con il trading online e la negoziazione di borsa.
Nel nostro blog abbiamo già parlato su come evitare di pagare le imposte e i bolli del conto titoli.
Nei blog finanziari e nei siti web di riferimento del settore, molto di sovente l’argomento sul trading online tasse e sul regime di tassazione dei profitti e delle plusvalenze viene trattato poco o solo superficialmente.
Parleremo anche della novità della Tobin Tax 2023.
Quasi nessuno si occupa di spiegare come pagare le tasse allo stato e soprattutto come e a chi rivolgersi per calcolarle.
Di certo avere dei profitti è una buona notizia, anzi diremmo ottima!
Ciò significa che hai messo a frutto mesi o anni di apprendimento e finalmente hai trovato la strategia o dei segnali di trading performanti che funzionano.
Non tutti sanno che per fare “reddito” bisogna rivolgersi solo a piattaforme regolamentate o comunque a broker che abbiano una licenza internazionale e ancora meglio Europea.
Fare trading online non è una passeggiata e chi è riuscito a fare dei guadagni, significa che ha seguito un percorso tortuoso e magari pieno di difficoltà.
Per avere dei ritorni positivi bisogna soprattutto studiare e seguire dei webinar e dei video corsi per migliorare la propria conoscenza della materia.
Ecco di cosa parleremo in questa guida sul trading online tasse.
Perchè una guida alle tasse nel trading online
Molti trader dopo aver aperto un conto per esempio con eToro (clicca qui per il sito ufficiale) e magari aver avuto buoni risultati con il copia trading, sono andati nel pallone, perchè hanno letto che l’agenzia delle entrate commina delle multe salate a chi non paga le tasse.
Moltissimi non sanno che tutti i proventi che fanno reddito, devono essere dichiarati soprattutto quando si vede il proprio capitale crescere nel tempo e si fanno dei prelievi verso il proprio conto corrente bancario.
Le multe per chi non dichiara dei proventi arrivati sul proprio conto corrente sono salate ed è un peccato dover rischiare di pagarle su dei profitti tanto sudati e agognati.
In questa guida parleremo delle imposte italiane, ma se sei residente in un altro stato, fai riferimento all’agenzia delle entrate del tuo Paese in cui risiedi.
Ci sono moltissimi strumenti che si possono utilizzare per fare dei guadagni con i mercati finanziari e anche molte piattaforme a prescindere che i broker abbiano o no una sede in Italia.
Tutti coloro che investono in borsa sanno che una parte dei profitti deve essere lasciata sul piatto sotto forma di tasse ed imposte.
Ricorda che tutte le rendite finanziarie non rientrano nell’imponibile personale, ma sono oggetto di una flat tax, cioè di una tassa percentuale fissa del 26%.
Questa tassa semplifica molto i calcoli e le procedure per dichiarare le trading online tasse al fisco.
Non essere troppo avido e segui la guida per pagare le tasse e le imposte sulle rendite finanziarie, altrimenti saresti oggetto di contestazioni e magari di multe ed essere magari anche considerato un evasore fiscale.
IMPORTANTE: per rendere la procedura più semplice possibile devi affidarti a dei broker che possano produrre una stampa di tutte le tue operazioni fatte nel corso dell’anno.
Meglio se le piattaforme sono regolamentate e registrate CONSOB.
Anche se operi un un broker straniero o con sede extra EU, ricorda che devi comunque fare la dichiarazione se nell’arco dell’anno i profitti e i prelievi arrivati sul tuo conto corrente sono maggiori dei depositi.
Il profitto infatti è la differenza positiva tra il deposito fatto nella piattaforma e il tuo saldo contabile prelevabile.
Qui sotto ti presentiamo una tabella con le piattaforme regolamentate che aiutano i clienti nella procedura della dichiarazione delle tasse.
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Questi intermediari finanziari a fine anno inviano un estratto conto dei movimenti in entrata, delle operazioni effettuate e dei prelievi effettuati verso il proprio conto corrente con il saldo contabile attuale.
In questa guida ti mostreremo, se continui a leggere, come dichiarare i redditi derivanti da trading online 2023 – 2024 inerenti alle plusvalenze derivanti dall’attività di trading e che devono essere dichiarate per mezzo del modello Unico.
Pagare le rispettive imposte è facile e lo potrai fare con il modello F24 tramite un’aliquota sostitutiva fissa del 26%.
Trading online tasse e imposte convenienti
Innanzitutto siediti e rilassati.
Con questa guida avrai un’idea più concreta di come pagare le tasse, ma ti ricordiamo che ogni caso personale è un caso a sè stante e noi non facciamo consulenze tributarie, quindi non solo leggere delle guide come questa, ma chiedi una consulenza con il tuo CAF di riferimento o con un commercialista di fiducia.
Ricorda che ogni attività che produce un reddito e quindi comporta la creazione di plusvalenze è un’attività soggetta a tassazione.
Anche il trading online non è un’eccezione, anzi.
Lo stato ha voluto semplificare e non devi inserire i profitti nel tuo imponibile, soprattutto se magari sei un dipendente o hai redditi diversi.
Il trading online è come l’attività di investimento, un settore in grande espansione e porta deglio introiti interessanti soprattutto se lo paragoniamo ad altri settori o attività.
Di certo come dicevamo, il trading online gode di una rendicontazione agevolata e di un’aliquota fissa.
Andiamo a vedere quelli che sono gli aspetti vantaggiosi di questa attività che può essere potenzialmente remunerativa.
- Fare trading e produrre un reddito non significa essere soggetti a della aliquote a scaglioni, ma ad una percentuale fissa
- Se fai speculazioni finanziaria non dei pagare delle commissioni fisse e nemmeno delle tasse locali aggiuntive
- Paghi le tasse solo se hai fatto realmente dei profitti, altrimenti non devi pagare nulla
- Se fai trading online non devi aprire una partiva IVA e non devi pagare dei contributi INPS.
Scopri come funziona il copia trading e come aprire un conto demo con eToro gratis.
Stiamo parlando di un’attività lavorativa vera e propria che è soggetta ad un capitale di rischio come qualsiasi altra attività economica, ma soggetta a pagare delle tasse nettamente semplificate.
È una sorta di privilegio vero e proprio non ti pare?
Solamente il fatto di non dover aprire una partita IVA significa, non perdere un sacco di tempo in burocrazie e pagare decine di imposte locali.
Andiamo ad esaminare nel dettaglio come funziona la tassazione nel trading online.
Andiamo a vedere un video che ti spiega passo passo tutto quello che devi sapere sul trading online tasse.
Credits Io Investo
Trading online tasse 2023: come dichiarare i profitti e i guadagni al fisco?
Tutti i profitti e i guadagni derivati da attività di trading online per il 2023 – 2024 sono soggetti ad una tassazione pari al 26%.
Questi proventi devono essere dichiarati all’interno del modello unico 2023 – 2024.
Ma come sono classificati questi proventi finanziari?
Ci sono 2 regimi fiscali che bisogna ben considerare come nettamente differenti:
- regime sostitutivo/amministrato
- regime dichiarativo.
Nel caso di regime sostitutivo, la dichiarazione viene praticamente eseguita dall’intermediario finanziario, e ogni volta che c’è una plusvalenza, è broker avente sede in Italia che trattiene e versa l’imposta dovuta allo Stato.
L’investitore in qualità di contribuente è esentato da qualsiasi obbligo di natura fiscale essendo il broker ad assumersene l’onere con il regime sostitutivo amministrato.
L’altra opzione è data dal regime dichiarativo, solitamente operato da quelle piattaforme che non hanno sede operativa in Italia.
In questo caso sei tu che devi richiedere la stampa della cronologia di trading ed evidenziare i profitti dell’anno fiscale oggetto della dichiarazione.
Devi quindi provvedere tu al pagamento delle imposte e calcolare l’ammontare delle tasse dovute con la presentazione della dichiarazione dei redditi, come avviene per il normale versamento di contributi.
Come si calcolano le imposte nel trading?
Ti ricordiamo che le tasse devono essere pagate solo se c’è una plusvalenza, cioè solo se hai avuto dei profitti durante l’anno fiscale di riferimento.
Facciamo un esempio concreto per spiegarci meglio.
Se nell’anno fiscale fai un versamento sul tuo conto di 1.000 € e riesci, con le tue operazioni, a portare il totale sul tuo conto a 2.000 €, ciò vuol dire che hai realizzato una plusvalenza del valore di 1.000 €.
Questi 1.000 euro di profitti sono la differenza tra il deposito e il saldo contabile del conto acceso presso il broker o la piattaforma di trading.
Considera che i 1.000 euro depositati all’inizio non sono una plusvalenza ma solo un deposito presso un conto che può essere anche un conto bancario estero.
In seguito di spiegheremo anche come segnalare questi movimenti nella sezione RW della tua dichiarazione dei redditi.
Ricordiamo che se non hai raggiunto una plusvalenza o un profitto con la tua attività di trading, allora non devi dichiarare nulla in termini di proventi, ma solo il movimento del deposito sul conto estero del broker.
Quindi se hai subito delle perdite non devi fare nessuna dichiarazione di plusvalenze e non devi pagare nessuna imposta.
In caso di perdite si parla di “minusvalenze” che in casi particolari possono essere anche riportate negli anni successivi e ti spiegheremo in seguito come fare.
Quali operazioni di trading devo dichiarare?
Per spiegare meglio alcuni concetti prenderemo un ulteriore esempio prendendo come l’attività di una piattaforma di trading online come quella di eToro (clicca qui per il sito ufficiale).
Nella tua dichiarazione dei redditi devono essere dichiarate solo le operazioni che sono state chiuse nell’arco dell’anno, data in cui si genera il profitto e la plusvalenza.
Non devi dichiarare delle operazioni che sono ancora aperte e che sono per esempio state aperte l’anno scorso e non sono ancora chiuse.
In caso in cui tale operazione produrrà un profitto, essa dovrà essere considerata nel prossimo anno e deve essere inclusa nella prossima dichiarazione dei redditi.
Cosa sono le minusvalenze del trading online?
Come abbiamo segnalato nel paragrafo precedente, non occorrerebbe dichiarare nulla se hai accusato delle perdite, cioè delle minusvalenze nell’anno oggetto della dichiarazione.
Però dichiarare delle perdite può invece essere utile!
Se fai trading ti conviene dichiarare delle perdite se le hai accusate perchè potrai portarle a sottrazione ad eventuali plusvalenze negli anni futuri.
Andiamo a vedere come funziona la dichiarazione delle minusvalenze nella dichiarazione dei redditi.
Te lo spieghiamo un po’ meglio usando un esempio.
Se nell’anno 2018 ho chiuso la mia attività di trading con una perdita di 500 euro e nel 2019 invece ho avuto una plusvalenza, cioè un profitto di 700 euro, quando faccio la dichiarazione dei redditi potrò portare la mia minusvalenza del 2018 a riduzione dell’imponibile del 2019 e quindi poter pagare le tasse (il 26% di imposta) solo sulla differenza di 700 euro – 500 euro = 200 euro.
Come vedi dichiarare in modo sistematico sia le plusvalenze che le minusvalenze è fondamentale, dato che potrai risparmiare denaro andando a diminuire le tasse portando le minusvalenze fino a 4 anni successivi.
Facendo un ulteriore esempio se infatti l’anno precedente ho dichiarato una perdita, cioè una minusvalenza di 1000 euro e l’anno successivo ne guadagno 1000 euro, non andrò a pagare nessuna imposta!
Questa è la legislazione in vigore attualmente, ma ti preghiamo di chiedere sempre conferma ad un consulente tributarista italiano o commercialista, dato che le leggi italiane cambiano molto spesso.
Se ti interessa iniziare l’attività di trading online ti consigliamo di seguire un corso gratuito e scaricare un ebook gratis qui per iniziare.
Ti ricordiamo che tutte le piattaforme regolamentate e con licenza offrono anche un conto demo, cioè un portafoglio virtuale totalmente gratuito che ti permette di esercitarti senza rischi.
Come si pagano le tasse nel trading online?
Per procedere poi con il pagamento delle tasse da un punto di vista pratico esistono come dicevamo 2 distinte possibilità, il regime amministrato e quello dichiarativo.
IMPORTANTE: solo le piattaforme con sede legale in Italia possono effettuare il regime di sostituto di importa, cioè amministrato.
I broker con sede italiana possono prelevare direttamente l’imposta dovuta dal conto del cliente e versarle nelle casse dello Stato.
Se invece sei cliente di una piattaforma senza sede legale in Italia, allora dovrai operare con il regime dichiarativo e dovrai pagare tu stesso l’imposta e anche versarla.
Andiamo a vedere come funziona e quali piattaforma ti aiutano a svolgere questi calcoli di imposta.
Broker di trading che aiutano nelle tasse
Molte piattaforme come dicevamo, hanno deciso di non effettuare il regime amministrato e di dare la possibilità ai clienti di gestire l’imposta in modo autonomo.
I migliori broker come AVATrade o eToro (clicca qui per il sito ufficiale), però, aiutano la clientela preparando un report annuale che comprende tutte le operazioni effettuate dal trader e tutti i movimenti intercorsi.
Scopri tutti i servizi vantaggiosi di AVATrade.
È poi sufficiente che tu porti questo report al tuo commercialista di fiducia e lui stesso potrà compilare la dichiarazione compreso il modulo RW.
In base a questo report si calcolano le plusvalenze o minusvalenze e l’aliquota del 26% stabilisce quanto bisogna versare.
Questa dichiarazione può avvenire o attraverso le istruzioni del modello 730-2022 o attraverso il modello unico 2023 persone fisiche.
Nel modello unico 2023, deve essere indicato il totale dei corrispettivi nella parte:
- sezione II-B;
- rigo RT41;
- sotto la voce altri redditi diversi di natura finanziaria.
La normativa di riferimento è la seguente: art. 67 comma 1 lett. comprese da c-bis a c-quinques del TIUR.
In sostanza devi avere sottomano i seguenti dati importanti:
- calcolare le plusvalenze percepite
- calcolare le eventuali perdite
- dichiarazione delle perdite o delle plusvalenze tramite Modello Unico
- pagamento della relativa imposta con il modello F24.
Molte piattaforme operano cn una licenza europea e non hanno una sede legale italiana, ma hanno per esempio una registrazione CONSOB sotto la dicitura società senza succursale italiana.
Una di queste piattaforme è eToro (clicca qui per il sito ufficiale), leader mondiale del social trading con più di 10 milioni di account aperti.
Se sei interessato a provare la piattaforma di eToro (clicca qui per il sito ufficiale) potresti iniziare con un conto demo gratis da 100.000$, cliccando sul seguente link qui sotto.
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Tobin Tax 2023: chi deve pagarla e come calcolarla
La Tobin Tax 2023 è un’imposta sulle transazioni finanziarie.
Ha preso il nome da James Tobin, premio Nobel per l’economia nel 1981.
Tale economista aveva proposto tale tassa per dare un freno alle speculazioni di borsa nei titoli nazionali nel lontano 1971.
C’è molto fermento nel 2023, perchè lo stato italiano ha deciso di aumentare tale tassa portandola allo 0,04% nella nuova legge di bilancio.
Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire chi la deve pagare, se la dovresti pagare e come eventualmente calcolarla.
La Tobin Tax in Italia è stata istituita dalla legge 228/2013 (legge stabilità 2013) ed è entrata in vigore l’1 marzo 2013.
Nella nuova legge di bilancio italiana è prevista la rimodulazione della Tobin Tax 2023.
Cioè che la tassa venga applicata su tutti i CFDs a tutte le transazioni,ù indifferentemente dalla natura dell’attività sottostante che determina la variazione di valore nei contratti per differenza.
Per non pagare la Tobin Tax 2023 in Italia devi chiudere le operazioni nella stessa giornata e non lasciarle aperte su più giorni.
Aggiorneremo questa sezione dedicata alla Tobin Tax 2023 non appena avremo notizie più dettagliate.
Notizia dell’ultima ora è che questa rimodulazione della Tobin Tax è stata stralciata dalla legge di bilancio.
Le ripercussioni sul mercato finanziario italiano ptevano essere devastanti: crollo dei volumi e migrazione in massa all’estero, queste sono le minacce dei trader italiani.
Quindi stai tranquillo, la rimodulazione della tobin tax non è avvenuta e si paga solo sulle operazioni multi day, cioè su quelle operazioni superiori ad un giorno e solo su azioni italiana con capitalizzazione superiore a 500 mila euro.
Se fai trading sulle azioni italiane e chiudi l’operazione entro la fine della giornata, non c’è Tobin Tax da pagare.
Ecco le azioni che non sono incluse nel calcolo della Tobin Tax perchè tali società hanno sede estera:
- BB Biotech
- Campari
- Cementir
- Cnh industrial
- Ferrari
- Exor
- IVS
- Mediaset
- Stellantis
- STMicroelectronics
- Tenaris
Trading online 2023: come calcolare imposta sostitutiva con aliquota al 26%
2Per fare la dichiarazione dei redditi devi usare il modello unico 2023, dove dichiarare i redditi 2021 per esempio.
Nel caso di plusvalenze l’aliquota da applicare è pari al 26%.
Quindi come calcolare l’imposta?
Se ho dei profitti da trading online pari a 10.000 €, tu come investitore dovresti pagare oggi 2.600 €.
Il calcolo dell’imposta viene effettuata sulla somma di tutte le operazioni chiuse con successo meno le perdite ovviamente.
Il report che la piattaforme ti invia in modo automatico all’inizio dell’anno successivo ti aiuta proprio a fare il calcolo in modo molto preciso e veloce senza errori.
Ricordiamo che per anno precedente si considera il periodo compreso tra il 01 gennaio 2021 e il 31 dicembre 2021.
L’imposta in euro poi deve poi essere versata tramite modello F24 anche tramite il tuo home banking del conto corrente.
eToro sostituto d’imposta
Moltissimi lettori ci hanno chiesto se è eToro sostituto d’imposta.
La risposta è purtroppo negativa.
Il broker eToro ti può aiutare a raccogliere tutte le informazioni relative al tuo conto trading, alle movimentazioni da e verso il conto, oltre ovviamente a tutte le operazioni effettuate.
Quello che eToro non può fare è essere sostituto d’imposta perchè non ha una sede in Italia, ma è un broker con succursale.
Leggi nelle recensioni eToro come funziona.
Si noti che i CFD sono strumenti complessi e comportano un alto rischio di perdere rapidamente denaro a causa della leva finanziaria.
Il 74% dei conti degli investitori al dettaglio perde denaro quando negozia CFD con questo fornitore.
Dovresti considerare se comprendi come funzionano i CFD e se puoi permetterti di correre il rischio elevato di perdere i tuoi soldi.
Come e quando pagare con il modello F24?
Se devi usare per il regime dichiarativo, attraverso il modello F24, nella sezione dedicata alle plusvalenze potrai effettuare il pagamento dell’imposta dovuta.
Il pagamento avviene normalmente in due tranches:
- 30 giugno 2023
- 16 luglio 2023 con la maggiorazione dello 0,40% a titolo di interesse corrispettivo.
Se invece vuoi utilizzare il modello Unico 2023, la scadenza per il versamento è fissata al:
- 30 giugno 2023 per cui sarà necessario pagare il saldo 2019 ed il primo acconto per il 2023
- 30 novembre 2023 per l’acconto 2023.
Attenzione che a causa della pandemia COVID19 queste scadenze possono essere state posticipate.
Codici tributo F24 da utilizzare per i pagamenti delle imposte su plusvalenze
Se vuoi pagare tu stesso l’imposta con un modulo F24 devi fare attenzione ai codici tributo.
Ecco quali sono questi codici tributo:
- codice 1100 plusvalenze derivate da cessione a titolo oneroso di partecipazioni non qualificate.
- codice 1242 redditi di capitale derivante da fonte estera.
- codice 2724 codice per imposta sostitutiva sulle plusvalenze.
- codice 4043 le attività finanziarie a cui si fa riferimento, riguardano esclusivamente quelle detenute all’estero da parte delle persone fisiche residenti nel territorio dello stato Italiano, secondo quanto affermato dall’articolo 19, c. 18, D.L. 201/2011 convertito poi con successive modifiche con la Legge 214/2011.
- codice 4047; codice utilizzato per indicare un imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero da persone fisiche residenti nel territorio dello stato Italiano. Utilizzato solo in caso di acconto prima rata.
Forum Trading online Tasse 2023
In questa guida ti abbiamo presentato le varie procedure per pagare l’imposta e gestire in modo efficace senza panico il tama del trading online tasse italiano.
Se hai altri dubbi relativi alla tassazione nel campo del trading, ti preghiamo di fare sempre riferimento ad un esperto di diritto tributario, di un CAF o di un commercialista di fiducia.
Lascia pure qui sotto un tuo commento o una tua opinione nel forum.