

EURUSD
Partiamo da un presupposto: Draghi ha detto quello che ha detto. E forse per la prima volta dal suo insediamento, pare fare veramente sul serio. Ne è la prova il fatto che per gli vanni dietro come un carro armato tutti i suoi colleghi del direttorio e gli altri esponenti della BCE senza contraddizioni. Rimane quindi ferma l’intenzione di intraprendere un percorso ultra-accomodante, ma senza cadere nel meccanismo del quantitative easing. Ora l’appuntamento è confermato per il 5 giugno, ma da un punto di vista di medio periodo, il trend della moneta unica è tracciato all’ingiù. I livelli attuali di congestione intorno al livello core 1.37, unitamente all’assenza di dati rilevanti fino a domani sera quando verranno rilasciati i verbali dell’ultimo FOMC promuovono un andamento di prosecuzione del trend interlocutorio.
GBPUSD
La sterlina sarà l’osservata speciale della mattina caratterizzata sempre da una decisa forza intrinseca data da un’economia in piena guarigione e da fondamentali decenti, anche se non brillanti. L’attenzione è puntata sul dato inflazionistico di questa mattina che dovrebbe, nel caso uscisse in linea con le attese, dare un bel colpo verso l’alto alla moneta di Sua Maestà. Staremo a vedere cosa succederà nelle prossime ore, per il momento il cable si mantiene ben ancorato sopra il livello tecnico a 1.68 e in recupero rispetto al trend ribassista (grafico) anche se si dovranno attendere nuovi massimi relativi per determinare un’inversione di breve. Inversione che potrebbe verificarsi proprio in occasione del dato sull’indice inflazionistico.
AUDUSD
Tonfo tremendo per l’aussie che risente in maniera drammatica della pubblicazione dei verbali della RBA sulla politica monetaria. Nella conferenza stampa di Debelle, vice del governatore della banca centrale australiana, sono stati elencati tutti i punti di debolezza e le prossime tappe di politica monetaria, che allontanano il rialzo dei tassi, dato quasi per certo solo qualche settimana fa, penalizzando il dollaro australiano che cede terreno contro l’omologo statunitense portandosi in area 0.9270 e dando origine ad un movimento laterale.
Le banche provano a rialzare la testa a Piazza Affari dopo alcune sedute deludenti, complice la risalita dello spread Btp-Bund in area 180 punti base. Come spiegato ieri da diversi analisti, gli investitori si starebbero posizionando su titoli considerati più “sicuri” come il Bund in vista delle elezioni europee in programma domenica 25 maggio. Nella prima parte di seduta gli acquisti sono tornati a premiare il comparto bancario di Piazza Affari: Banco Popolare guadagna l’1,20% a 12,09 euro, Montepaschi l’1% a 21,95 euro, Popolare dell’Emilia Romagna il 2% a 7,20 euro, Popolare di Milano il 2,10% a 0,582 euro, Intesa SanPaolo l’1,90% a 2,256 eu! ro, Ubi Banca l’1,45% a 5,91 euro, Unicredit lo 0,60% a 5,79 euro.
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Eni: produzione libica in linea con il primo trimestre
Per il momento Eni non ha adottato provvedimenti di evacuazione del proprio personale dal Paese e le attività produttive proseguono in linea con il trend del primo trimestre". È quanto si legge in una comunicazione emessa da Eni alla luce dei nuovi disordini scoppiati nel Paese nord africano. Il Cane a sei zampe “sta monitorando attentamente la situazione del Paese e opera con continua attenzione alla sicurezza del proprio personale.
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